Sesso

Schiava o Master, ruoli e tecniche a confronto

Quando si parla di Schiava o Master siamo di fronte a due dei tanti ruoli del BDSM. Cerchiamo di entrare in questo mondo partendo dalle basi fino ad arrivare a descrivere quelli che sono i ruoli di nostro interesse e le tecniche che possono essere praticate.

BDSM: cos’è?

La sigla BDSM racchiude una serie di pratiche che servono a condividere fantasie erotiche per trarne piacere. Sta infatti ad indicare Bondage e Disciplina, Dominazione e Sottomissione, Sadismo e Masochismo.
La cosa più difficile da capire è che non è tutto così categorizzato. In realtà le persone potrebbero desiderare solo una di queste fantasie: motivo per cui è sempre bene entrare nel mondo del BDSM affidandoci a partner esperti ed esprimendo tutti i propri gusti. Non è insolito andare a contrattualizzare, proprio come se si accettasse un nuovo lavoro, quelle che saranno le mansioni svolte.
Un metodo per avvicinarsi a questo mondo è quello di partecipare ai munch. Si tratta di incontri in luoghi pubblici dove si ha la possibilità di confrontarsi verbalmente senza praticare alcune attività BDSM.

Master/Mistress o Schiava/Slave?

Entrando nel vivo dell’argomento che intendiamo trattare, cerchiamo di definire alcuni ruoli, nello specifico il Master e la Slave.
Il Master, o Mistress al femminile, è colui che predomina, che svolge quindi il ruolo dominante a tempo pieno. Si tratta di un ruolo complicato da assumere per la difficoltà a reperire una persona sottomessa per tutto il tempo.
Con il termine Slave si indica la parte sottomessa: un livello estremo di sottomissione che comprende sia l’aspetto fisico che quello psicologico. Assumere il ruolo di schiavo, o schiava, significa scegliere di concedere tutto il potere alla controparte, di fare quindi dono della propria persona al nostro partner. C’è chi diventa Slave di professione; non è difficile infatti imbattersi in annunci schiave.

Pratiche

Il rapporto Master-Slave é qualcosa che deve nascere prima a livello mentale. Se non c’è un accordo a monte, se non c’è disciplina e sicurezza delle proprie azioni, il rischio è quello di andare incontro a pratiche molto pericolose. Vediamo alcune tecniche del BDSM.

Collare

Il collare è il simbolo di un rapporto Master-Slave dove il dominante, donandolo, ha accettato di sottomettere quel preciso essere umano, mentre la slave, ricevendolo, corona il percorso di dedizione verso un’unica persona. Come, dove e quando indossarlo sono azioni decise dal Master e nel caso in cui il rapporto si interrompa, il collare torna al padrone. Buona condotta sarebbe che ci sia un collare per ogni rapporto, in quanto simbolo di quella precisa relazione.

Schiava, o schiavo, totale

E’ la forma più estrema di devozione. Ciò significa che i ruoli vanno oltre l’erotismo e che il Master ha potere decisionale su ogni aspetto della vita dello slave, anche nel quotidiano e nei rapporti sociali. Siamo davanti ad una limitazione morale e legale, infatti il Master, in questi casi, è esposto a richiami legali da cui, eventualmente, è difficile uscirne vincitore.

Bondage

E’ questo un termine molto generico in quanto racchiude varie pratiche di immobilizzazione con l’utilizzo di svariati accessori. Alcune delle tecniche più note sono: raggruppamento di parti del corpo legate tra loro, sospensione e divaricazione. Vengono utilizzati strumenti di vario tipo come corsetti, mono guanti, corde, manette ecc. Si può arrivare anche a ridurre le capacità sensoriali, come nel banale caso di una benda sugli occhi. E’ necessario che il Master sia sempre vigile sulla salute della slave. Nel caso in cui vengano effettuati dei nodi è essenziale che se ne conosca l’arte per non incorrere in danni permanenti alla slave.

Pony-play

Siamo davanti a particolari richieste del Master o della Mistress. Questo è uno dei casi in cui si trae piacere con giochi di ruolo sessuali in cui uno dei partecipanti (la slave) fa la parte di un cavallo. A seconda di chi esegue l’imitazione animale si parla di pony-boy (uomo) o di pony-girl (donna).

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